<論文>太ももの「傷」--15 世紀末イタリアにおける聖ロクス信仰の発展

Abstract

In questo saggio, viene ricercata la diffusione del culto di San Rocco durante la fine del quattrocento in Italia. S. Rocco è il santo ritenuto, sopratutto in Italia, Francia e Germania, prottetore degli ammalati, dei pellegrini e dei becchini. Si presume che il culto ebbe origine alla fine del trecento, si radicò nel popolo durante il secolo e si estese rapidamente, a partire da Venezia, a seguito della peste di fine quattrocento. Ricordiamo l'episodo fondamentale della vita del santo: Rocco da Monpellier, durante il suo pellegrinaggio, curò molti malati di peste e, a metà percorso, se ne ammalò. Tuttavia, ritornato a casa, guarì miracolosamente. In seguito fu arrestato come spia e morì da qualche parte. Gli agiografi presero in prestito i topoi di altri santi e aggiunsero a quell'episodio molti altri, per dipingere il nuovo santo come un'uomo ideale e al tempo stesso reale. Tra le tante opere sulla vita, quella di Francesco Diedo (1479) lasciò una grande influenza ai posteriori. Alla figura di S. Rocco si attribuisce un mantelletto, gambali, berretto e un bastone: il tipico abito di un pellegrino. Qualche volta viene rappresentato con una conchiglia, zucca lunga, borsellino sulla spalla e un cane. Benché questi siano attributi comuni anche a San Giacomo, uno in particolare rimane esclusivo di S. Rocco: la ferita sulla coscia come segno dell'operazione chirurgica per la peste. Infine, a partire dalla seconda metà del Quattrocento, tanti ospedali furono fondati dalle confraternite che, per lodare e incentivare alle opere di misericordia, commissionarono molte figure del santo, visto non solo come un curatore miracoloso, ma anche come un modello concreto per tutti i fratelli.