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タイトル: <論文>ピエトロ・アレティーノ『コルティジャーナ』における「言語、排泄物、食物」をつなぐレトリック
その他のタイトル: Il legame retorico tra «lingua, cibo ed escrementi» nella Cortigiana dell'Aretino
著者: 栗原, 俊秀  KAKEN_name
著者名の別形: KURIHARA, Toshihide
発行日: 30-Mar-2015
出版者: 京都大学大学院人間・環境学研究科岡田温司研究室
誌名: ディアファネース -- 芸術と思想
巻: 2
開始ページ: 127
終了ページ: 147
抄録: Pietro Aretino, del quale ci occuperemo in questa tesina, è considerato uno dei commediografi più importanti della prima metà del Cinquecento. Nel presente lavoro si tenterà di analizzare lo stile comico dell'Aretino, concentrando la nostra attenzione in particolare sulla sua prima commedia, la Cortigiana. Ci concentriamo esclusivamente sulla prima redazione di questa commedia proprio perché il suo prologo-argomento degli istrioni offre un'ottima chiave per analizzare la retorica «tavernesca» delle commedie aretiniane. In questa tesina ci si occuperà della retorica sul cibo e sull'escrezione, ampiamente presenti in tutta la commedia; ci si soffermerà in primis sul legame fra le parole e gli escrementi nel prologo-argomento della prima redazione, in secondo luogo si analizzerà la satira al petrarchismo con il lessico del cibo. Il prologo-argomento della prima Cortigiana, a cui nella seconda redazione se ne sostituisce un altro meno interessante dal punto di vista linguistico, testimonia lo stretto rapporto di lingua, cibo ed escrementi nello stile dell'Aretino. Qui l' «argomento» si sovrappone al «cristiero», e la madonna Musa non si pascono altro che «d'insalatucce fiorentine». Inoltre se mettiamo nel clistere le parole galanti come «snelle, frondi, ostro, sereno, campeggianti rubini, morbide perle e terse parole e melliflui sguardi» diventiamo stitici senza dubbio, perché neanche «gli struzzi che padiscono e chiodi» smaltirebbero questi termini raffinati. Pure nelle battute dei personaggi della commedia la lingua, il cibo e gli escrementi si confondono indistinguibilmente. Le parole del ghiottone servo Rosso incontrano quelle del Parabolano innamorato, e di conseguenza la volontà sessuale e l'appetito del cibo si uniscono in modo perfetto. Dal nome della donna, ossia Laura, s'indovina facilmente che Parabolano sia la persona arrosta nel gioco amoroso petrarchesco. A causa del finto impegno del servitore, Parabolano nutre la speranza di godere dell'incontro con Laura, e il suo amore malinconico si trasforma in esistenza «dolce». Nel Canzoniere il Petrarca utilizza spesso l'aggettivo «dolce» per cantare l'amore, ma l'Aretino, facendolo pronunciare ad un ridicolo cortigiano, facilmente ingannato dal suo famiglio, cerca di disonorare e diffamare il gentil amor cortese, così l'aggettivo «dolce», essendo adattato all'ambrosia, perde il suo senso metaforico di cui si carica nelle poesie petrarchesche e pone in risalto la dolcezza intera come gusto. Dopo le queste analisi ci si dovrebbe rendere conto del fatto che la retorica gastronomica, di cui tutti gli atti della commedia sono traboccanti, è una chiave di lettura importante per comprendere il carattere linguistico di questo scrittore che cerca di esibire sempre la sua gustosa sapidità.
URI: http://hdl.handle.net/2433/216993
出現コレクション:第2号

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